venerdì 18 marzo 2011

Torta di fango ovvero Mississipi mud cake

Voglio raccontarvi di questa deliziosa torta chiamata Mississipi mud cake, un classico del Sud degli Stati Uniti.
Questi sono gli ingredienti:
250 gr di burro - 250 gr di cioccolato di copertura fondente - 2 cucchiaini di caffè liofilizzato - 180 ml di acqua - 150 gr di farina auto lievitante (cioè con dentro il lievito; si vende regolarmente nei supermercati)
150 gr di farina normale - 70 gr di cacao - 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio - 250 gr di zucchero -
4 uova - 120 ml di latticello ( il latticello è un ingrediente molto usato nei dolci americani. In Italia si trova con difficoltà. Si può ovviare così: 50% latte e 50% di yogurt intero bianco) - 2 cucchiai di olio.

Per la glassa: 250 gr di cioccolato di copertura fondente - 120 ml di panna liquida


Dunque parliamoci chiaro: se avete appena iniziato una dieta questa torta non è per voi. Buonissima ma un briciolo calorica...e tanto, tanto gustosa!

Prima di tutto: accendete il forno a 160 °C.
Imburrate la tortiera di 22 cm con cerniera. In un pentolino sciogliete 180 ml di acqua con burro, cioccolato e il caffè solubile.




Il fuoco deve essere dolce. Girate con un cucchiaio di legno finché il tutto si è sciolto ed è diventato una crema liscia. Togliete dal fuoco e fate intiepidire.

In una terrina setacciate le due farine insieme al cacao e al bicarbonato e poi aggiungete lo zucchero.
(pensavate che il bicarbonato serviva per il dopo-torta eh? Non è così!)
A parte sbattete un po' le uova con l'olio e il latticello ( o latte e yogurt).
(Mi hanno regalato questo minipimer della Moulinex: molto buono, sono soddisfatta).

Amalgamate queste uova alle farine girando bene con un cucchiaio: si formerà una polvere bruna. Aggiungete un po' alla volta la salsa di cioccolata precedentemente realizzata. Quest'ultima azione vi consiglio di realizzarla dentro una planetaria o comunque in una impastatrice elettrica, perché l'impasto diventa un po' pesante da girare, quindi versate il composto nella teglia ed infornate a 160°C per 1 ora e mezza.
Una volta cotta, lasciate raffreddare la torta completamente. Nel frattempo sciogliete cioccolato e panna in un pentolino sul fuoco fino ad ottenere una bella glassa.
Poggiate la torta su una griglia da pasticcere. Pareggiatela al centro, se necessario, dato che in forno lievita e cresce.
Quando la glassa è tiepida e siete riuscite a salvarla dagli assaggi di marito e figli, versatela sopra la torta ricoprendola completamente. E' uno spettacolo vedere quel meraviglioso cioccolato scendere maestoso e scuro!
Buon dolce!






martedì 1 marzo 2011

Cipolline in agrodolce

Oggi piove ed ho pensato ad una ricettina facile facile, da fare quando si vuole un contorno gustoso senza fare tanto lavoro.



Beh qualcosa bisogna fare...certo...anche con questa ricetta...




Dunque ecco gli ingredienti:
600 gr di cipolline (quelle borettane, piatte e piccole; si trovano anche già pulite, sennò...pazienza, pulitele)
una noce di burro -mezzo bicchiere di aceto - 1 cucchiaio di zucchero.



Sciogliete in una casseruola messa sul fuoco una grossa noce di

burro. Unire le cipolline, rosolarle e salarle.

Quando sono dorate aggiungere lo zucchero. coprirle con

acqua e mezzo bicchiere di aceto. Farle cuocere finchè il

liquido di cottura si è quasi completamente asciugato.


Ottimo contorno a carni bollite o ad arrosti.

Buon appetito!

mercoledì 23 febbraio 2011

I chicchi di the

C’era una volta una ragazza che aveva un sacchetto con tanti chicchi verdi di foglie di the.
I chicchi erano grandi come ceci e profumati di gelsomino.
La ragazza conservava con cura il suo prezioso contenuto in attesa di una occasione speciale e finalmente un giorno l’occasione arrivò.
Aperto il sacchetto raccolse alcuni grani di the e li versò nella acqua fumante. Le foglie al profumo di gelsomino affondarono con grazia al fondo della teiera e lì stettero silenziose e leggere. La ragazza prese a preparare la tazza ornata di fiori che avrebbe accolto il liquido caldo e profumato, mise accanto alla tazza nel piattino un sottile cucchiaino d’argento col manico lavorato e al centro della tavola un vassoietto colmo di biscotti al burro lucidi e golosi. Tutto era pronto, mancava solo l’ospite tanto atteso, ma sarebbe arrivato, ne era certa.
M. Cassatt
The tea - 1880 ca.
Improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione: un piccolo rametto verde dopo essersi in parte liberato dal controllo del coperchietto, fuoriusciva dalla teiera. La ragazza si avvicinò per osservare meglio. Il rametto saliva verso l’alto e man man che procedeva si rinvigoriva sempre più, mostrando tenere foglioline verdi a forma di cuore. La ragazza alzò il coperchio della teiera ma nel fondo non c’era niente altro che foglie di the. I chicchi si erano gonfiati e avevano dato al liquido un bel colore ambrato.
Nuovamente il rametto con le sue foglie a forma di cuore si affacciò dalla teiera, ma ora i rami erano più vigorosi tanto da formare un piacevole intreccio a formare una piccola piantina. E come la piantina cresceva si affacciavano sui rami piccoli boccioli di fiori di gelsomino: alcuni si aprivano spandendo un profumo fragrante e sottile che si diffondeva nella stanza avvolgendo gli oggetti lì contenuti. I bianchi fiori di gelsomino parevano avere una luminosità propria che li faceva spiccare tra il verde delle foglie.
Quando la piantina crebbe a sufficienza, su un ramo apparve come per magia un minuscolo tavolino coperto da una tovaglietta ricamata con sopra due piccolissime tazze da the. Affiancate al tavolino comparvero quindi due leziose sedioline in ferro battuto di colore verde e sopra una di esse...incredibile!...una gattina bianca con una collana di turchesi al collo. La ragazza era stupefatta, il profumo la stordiva piacevolmente. Si avvicinò alla gattina e con tutta la grazie di cui era capace le chiese come mai era lì e che cosa poteva fare per lei. La micia sbattendo le lunghe ciglia, la guardò con i suoi penetranti occhietti verdi e poi le porse la minuscola tazza ove a stento trovava spazio un goccia di the. La ragazza bevve il liquido ringraziando l’animale che così come era comparso, così sparì.
Qualcuno bussò alla porta: era l’ospite atteso. Svelta la fanciulla aprì la porta e lo fece accomodare. La piantina era scomparsa ma rimaneva nell’aria un profumo intenso di gelsomino.

Morale: fai sempre molta attenzione a cosa compri e dove, quando ti offrono “chicchi di the”...!

lunedì 14 febbraio 2011

S.Valentino

Romeo e Giulietta
Sir Frank Dicksee


Sir Frank Dicksee  nato a Londra il 27 novembre 1853 - morto a Londra il 17 ottobre 1928.

FRANK Dicksee era un membro di una nota famiglia di artisti, suo padre, il fratello e la sorella Margaret erano tutti noti pittori, e la famiglia viveva nel quartiere di Bloomsbury di Londra. E 'stato inizialmente addestrato da suo padre, prima di entrare nel Royal Academy nel 1870. Tra i docenti in visita che lo hanno formato, ricordiamo i famosi anziani maestri Sir Leighton [1830-1896] e Everett Millais [1829-1896]. Dicksee era uno studente che si è molto distinto, guadagnando numerosi riconoscimenti e medaglie. Come molti altri artisti dell'epoca la sua carriera era in gran parte impegnata in illustrazione di libri, ed ha anche realizzato alcuni lavori su finestre di vetro colorato. Ha iniziato a esporre presso la Royal Accademy a metà degli anni 1870, ed ha esposto anche alla Grosvenor Gallery, anche se la sua base è stata sempre l'Accademia. Dicksee ha raggiunto la celebrità e notorietà con "Harmony", esposto presso l'Accademia nel 1877, e acquistato dal lascito Chantry.


FRANK DICKSEE was a member of a noted artistic family, his father, brother, and sister Margaret were all well-known painters, and the family lived in the Bloomsbury area of London. He was initially trained by his father, before entering the Royal Academy schools in 1870. Amongst the visiting lecturers who trained him, were the famous senior academicians Leighton [1830-1896] and  Millais [1829-1896]. Dicksee was a star student, earning many distinctions and medals. Like many other artists of the day his early career was largely spent in book illustration, as well as some stained glass window design. He started exhibiting at the RA in the mid 1870s, and also exhibited at the Grosvenor Gallery, though his real base was always the Academy. Dicksee made his reputation with Harmony, exhibited at the Academy in 1877, and bought by the Chantry Bequest.


E' stato un pittore della corrente Pre-raffaellita.
L'obiettivo di questa corrente era quello di sviluppare uno stile artistico naturale, superando le regole che precedentemente erano state insegnate agli allievi delle accademie. Si riferivano a Raffaello, considerato il pittore che  aveva raggiunto il più alto grado di perfezione nella tecnica pittorica.

Their goal was to develop a naturalistic style of art, throwing away the rules and conventions that were drilled into students' heads at the Academies. Raphael was the artist they considered to have achieved the highest degree of perfection, so much so that students were encouraged to draw from his examples rather than from nature itself; thus they became the "Pre-Raphaelites".

Il movimento non è durato oltre il 1850, ma ha lasciato una grande eco anche nei decenni successivi ed ha influenzato la Arts and Crafts Moviment, i pittori simbolisti a anche i classicisti.

The movement itself did not last past the 1850s, but the style remained popular for decades, influencing the Arts and Crafts Movement, the Symbolist painters, and even the Classicists.       

Attualmente questa tela ad olio è esposta in Inghilterra presso la Southampton City Art Gallery.








Mia sorella per S.Valentino mi ha suggerito una torta semplice nella realizzazione e molto gustosa. Ve la trascrivo. 
Sarà sicuramente una piacevole sorpresa da gustare insieme a...

Torta alla crema d’arancia

Per la torta:
150 gr di farina
50 gr di fecola di patate
3 uova         
la scorza di 2 arance
150 gr di zucchero
150 gr di burro
1 bicchiere di acqua
1 bustina di lievito per dolci
Per la crema:
20 gr di burro
il succo di 2 arance
il succo di 1 limone
1 bustina di vanillina
1 cucchiaio di farina
3 cucchiai di zucchero

Torta:
Setacciare la farina con la fecola. Aggiungere all’impasto lo zucchero, poi la scorza delle arancie grattugiata. In seguito le uova e quando sono ben amalgamate aggiungere il burro sciolto al microonde o molto ammorbidito a temperatura ambiente, il bicchiere d’acqua e per ultimo il lievito per dolci.
Versare l’impasto in una tortiera a cerniera mobile ben imburrata e infarinata. Infornare a 180° C per 30-35 minuti circa.
Una volta cotta, bisogna farla raffreddare su una gratella. Tagliare la torta a metà e farcirla con la crema.
Spolverizzarla con lo zucchero a velo.
Crema:
Mescolare in una casseruola il succo delle arance e del limone con il burro la farina, lo zucchero e la vanillina.
Mescolare continuamente la crema finchè non diventa densa, portare all’ebolizione. Spegnere il fuoco e fare raffreddare la crema prima di usarla per farcire la torta.


domenica 6 febbraio 2011

Oggi c'e' il sole, e' una bella giornata invernale. Aperti gli occhi il mio cervello si e' subito messo in moto alla ricerca di tutti i possibili programmi che potevo portare a termine in una così bella mattina. Il mio problema e' che in uno spazio temporale di circa due ore progetto attività che ottimisticamente occuperebbero due giorni, ma per me questo non e' un ostacolo. Dopo aver fatto un po' di ordine mentale scelgo solo otto cose da fare e mi guardo intorno alla ricerca di possibili vittime...pardon, di possibili spontanei collaboratori. Ma, non so perché i miei figli hanno sviluppato una particolare capacità che consiste in modo impalpabile ma molto veloce, di rendersi irreperibili, motivando con :" Che peccato, sarei venuta con te mamma a fare questa passeggiata di solo 4 chilometri...ma ho un appuntamento con dei monaci buddisti che mi sono venuti improvvisamente (improvvisamente?) a trovare...", oppure " non posso aiutarti a dipingere la cucina, lo sai che oggi devo partecipare al corso di hindi". Pensate dunque che mi scoraggio? Giammai! Perché c'è ancora in casa qualcuno a cui ricorrere, il mio adorato compagno di cammino - la vittima a suo dire - e a lui mi rivolgo. E qui devo fare un passo indietro per descrivere il sant'uomo. Secondo la definizione di una salace delle mie figlie, il padre e' una particolare figura mitologica, meta' uomo e meta' divano. Questo per farvi capire di quale pasta sia. Lui sostiene di essere moderatamente pigro ma questo non e' vero: e' ubiquitariamente pigro! Dunque coinvolgerlo in qualsiasi attività' che non sia mentale e a volte anche quella desta qualche resistenza, e' cosa sovrumana. Comunque chiedo condivisione al progetto: in un attimo lo vedo sbiancare in volto, poi appoggiarsi a una sedia e ripreso colore, chiedermi :"Io? Ma non sono capace, sono stanco, non mi sento bene, ho mangiato troppo, forse ho l'influenza, lo trovo politicamente scorretto (giuro, propongo solo cose apolitiche), ti prometto che ti aiuto domani, perché' proprio oggi che non c'è la donna delle pulizie, non ti puo' aiutare una figlia, l'altra figlia, sei sicura che lo vuoi fare, e se chiamassimo qualcuno?".
A questo punto anche una donna tenace come me desiste.
Pazienza, lo faro' un'altra volta. Ah dimenticavo, c'è qualcuno di voi che mi vuole aiutare?

mercoledì 2 febbraio 2011

L'Androide di Maria Antonietta

Sempre a proposito di magia ecco un video che riproduce l'Androide realizzato per la regina Maria Antonietta alla fine del '700 da un orologiaio tedesco di nome Peter Kintzing e da un ebanista David Roentgen.
Sembra che i capelli del robot siano quelli della regina e così la stoffa dell'abito era di uno dei suoi vestiti.  L'automa é di circa 20 cm e suona un salterio. Sotto l'abito e nel tavolo é presente il meccanismo che fa muovere e suonare la figura facendo muovere le braccia e la testa. L'androide può suonare otto melodie.



Durante la rivoluzione francese questa mirabile bambola fu trascurata e abbandonata, ma nel 1864 subì il primo restauro ad opera di Robert Houdin  e riprese vita.
Attualmente si trova presso il Museo delle Arti e dei Mestieri di Parigi, in mostra nell'esposizione: 
"Scienza e Curiosità alla Corte di Versailles" da ottobre 2010 a febbraio 2011.
Non trovate che sia meravigliosa e contemporaneamente inquetante? 


martedì 1 febbraio 2011

SuperMagic 2011 Infinito




Ottavo Festival della Magia
al Teatro Olimpico di Roma
dal 28 gennaio al 6 febbraio

WOW! Che incanto! Che atmosfera! Un festival di Magia al Teatro Olimpico a Roma.
Assistere allo spettacolo é una esperienza emozionante e quasi trascendentale. 
I maghi si alternano sul palcoscenico accompagnati dai loro incantesimi quasi "...in una dimensione parallela...". La razionalità scompare per far posto a meravigliosi sogni impalpabili e sottili...il pianoforte che fluttua nel cielo stellato, il mistero che intriga...
Il festival è stato ideato da Remo Pannain, attivo penalista romano che ogni anno rinnova la sua presenza alla manifestazione e da molti maghi di varie nazionalità. 


E poi musiche e luci sapientemente dosate completano l'illusione o forse ... l'incanto.